Commercialisti: la forza della categoria
Telefisco, l’annuale convegno di studi promosso, in diretta nazionale, da Il Sole 24 Ore, ha dato a tutti noi una conferma, seppure non ce ne fosse affatto bisogno: siamo una categoria che conta (nel senso contabile del termine). La mattina è cominciata col caloroso e amichevole saluto di benvenuto da parte del direttore dell’agenzia delle entrate, Befera, il quale, in perfetta sintonia con l’abilità diplomatica che contraddistingue gli uomini di governo, specie in questi tempi (Bertolaso docet), ha dettagliatamente espresso il suo pensiero: “i commercialisti sono protagonisti dei progetti di evasione” fiscale, non dal carcere (n.d.r.). Dopo di che, fuori programma, abbiamo ascoltato “l’insolitamente breve” intervento (si mormora che, nel frattempo, siano arrivate 12 domande di pensionamento alla direzione della Cassa di Previdenza) dell’onorevole ministro dell’economia, prof. Giulio Tremonti. Dalla scrivania che fu di un certo Quintino Sella, sua eccellenza, seduto a scranna con la veduta corta d’una spanna, ha premesso che, un tempo, la dichiarazione dei redditi si faceva a mano ed era assai complicata e lunga; ora, ci sono computer e programmi, ma risulta – pur considerata in proporzione – ancora più estesa e complessa. Mormorii di soddisfazione e gridolini di compiacimento, in tutta la sala: oh, finalmente un ministro tecnico che capisce i problemi e inizierà davvero a semplificare. Come no? Iniziano a parlare i relatori e abbiamo subito l’idea precisa di quello che intende il governo quando parla di semplificare e riformare il sistema fiscale:
Se poi si vanno a sviscerare le novità, studiandone i concreti aspetti pratici di concerto con le restanti norme che già esistono (soprattutto, in tema di antiriciclaggio), ci si rende conto che il nostro sta diventando, sempre più e a tutti gli effetti, un vero e proprio “Stato di Polizia”. E questa non è la notizia peggiore (forse, non è nemmeno una notizia); il punto è che i poliziotti siamo noi; e pensare che ci siamo scordati, anche questo mese, di passare in questura a ritirare lo stipendio. A questo punto, il solito idiota di turno potrebbe fare una domanda: come facciamo a essere, contemporaneamente, protagonisti dell’evasione e poliziotti dello Stato? Inoltreremo – come espressamente richiesto – tramite SMS, il quesito agli esperti del convegno, perché ci sentiamo ancor più idioti dell’idiota di turno e non siamo in grado di fornirgli adeguata risposta. Ci sarebbero svariate ulteriori riflessioni, scaturite dall’intensa e affascinante giornata di formazione, da esporre al pubblico ludibrio, ma ci siamo ripromessi – questa volta – di essere leggermente più concisi di quella luminaria di ministro che ci ritroviamo, pertanto, concluderemo il nostro volgare intervento, limitandoci soltanto a riportare questa piccola facezia: qualche pignolo potrebbe avere, altresì, notato come, per quanto il privilegio di apporre il visto di conformità spetti a tanti soggetti (commercialisti, consulenti del lavoro, periti iscritti negli elenchi delle camere di commercio, CAF, cani e porci – speriamo di non aver fatto torto a qualcuno, dimenticandoci di menzionarlo in questo elenco), i protagonisti delle evasioni sono soltanto i commercialisti. Ah, quando si dice la forza della categoria …
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commenti
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mai citazione fu più appropriata, caro francesco ...
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postato da paolo soro il 28/01/2010 14:05 |
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Nel concordare pienamente mi permetto di citare Nocera: "Il commercialista è il lavoratore in nero dell'Agenzia delle Entrate".
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postato da francesco il 28/01/2010 12:49 |